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mercoledì 6 febbraio 2008

Enzo D'Angelo

Se ne è andato un grande della pallanuoto mondiale: Enzo D'Angelo. Straordinario tanto nella sua carriera di giocatore (è stato uno dei più forti centroboa di tutti i tempi) quanto in quella di allenatore. Inutile ricordare il suo formidabile palmares di vittorie (cito solo una Coppa dei Campioni e medaglie olimpiche ed iridate). E'stato tra gli artefici veri della blasonata scuola napoletana di pallanuoto. Ho avuto la fortuna di incontrarlo svariate volte, da avversario, nel corso della mia carriera da giocatore juniores a livello nazionale (il fratello, tra l'altro, Tony D'Angelo, era allenatore della squadra giovanile nella quale giocavo).

La notizia della sua scomparsa mi ha rattristato parecchio. Anche perché la copertura mediatica data a questa vicenda è stata, dal mio punto di vista, davvero troppo bassa per la levatura dell'uomo e dell'atleta. A tanti altri personaggi di altri sport, che hanno vinto neanche la metà di quello che ha vinto Enzo D'Angelo, sono stati tributati onori di ben altro genere. Ad ogni modo non è il momento delle polemiche. Io ho voluto dedicargli questo post. E' il mio modo per rendergli omaggio. Per ricordare un grande. Ciao Enzo.

giovedì 22 novembre 2007

Detto e non Detto

Ieri all' Università di Salerno ho seguito un interessante seminario tenuto dal Prof. Tullio De Mauro. Il tema di partenza da cui si è poi dipanato l'articolato discorso del noto linguista è stato il ruolo del detto e del non detto nell'ambito delle attuali fonti di informazione.

Non sono mancati poi i riferimenti ad altre tematiche assolutamente centrali nell'ambito del sistema dei media quali: l'importanza della verifica delle fonti di informazione e la necessità di porre (per poter realmente avere una informazione corretta) anche quesiti e questioni "scomode" (come previsto dal noto "decalogo" di Randall).

Ho apprezzato molto, inoltre, anche il richiamo (rivolto agli addetti ai lavori del settore) all'utilizzo di un linguaggio quanto più semplice, chiaro e conciso possibile.
Insomma: tutto molto interessante.

giovedì 15 novembre 2007

Nòva 24. Cento di questi giorni.

Oggi in edicola è uscito il numero 100 di Nòva, il settimanale de Il Sole 24 Ore dedicato a scienza, tecnologia, ricerca e innovazione. Io l'ho scoperto circa un anno fa e da allora me ne sono letteralmente innamorato. Tanti auguri dunque. E... 100 di questi giorni.

martedì 6 novembre 2007

Ciao Enzo

Oggi siamo tutti un po' più poveri. Se ne è andato un grande del giornalismo italiano: Enzo Biagi. "Grande maestro di libertà" come lo definisce Pino Scaccia. Ci mancherai.

foto da Repubblica.it

sabato 29 settembre 2007

Birmania

Ciò che è accaduto (e ancora accade) in Birmania in queste ore non può rimanere sotto silenzio. Il regime dittatoriale del paese ha iniziato da giorni una dura repressione contro i monaci buddisti e contro i manifestanti che si sono uniti a loro. Il governo birmano ha cercato di ammutolire i mezzi di informazione internazionale tagliando l'accesso ad Internet ed iniziando una vera e propria caccia ai giornaliti stranieri (vi consiglio il post di Pino Scaccia sulla questione).


Qualcosa, però, sta cambiando. Ieri alcuni militari dell'esercito governativo si sono rifiutati di sparare contro i monaci e si sono inginocchiati dinanzi a loro. Altri si sono rifiutati di sparare contro la folla. Nel frattempo, però, non si hanno più notizie del premio Nobel per la Pace Aung San Suu Kyi (il principale leader di opposizione dell'attuale governo).


Io sento di dovermi associare al grido di protesta internazionale levatosi da più parti contro le repressioni attuate dal regime birmano. Un grido simbolico dal colore rosso.

venerdì 13 luglio 2007

Obiettività-Neutralità-Imparzialità

Uno dei tipici elementi di confusione in cui si incorre quando si parla di informazione e/o di libertà dell' informazione è dato dall'utilizzo errato di tre termini apparentemente sinonimici ma che, in realtà, indicano concetti totalmente diversi l'uno dall'altro.
I tre termini in questione sono: obiettività, neutralità e imparzialità. Nel bel libro di Marco Travaglio "La scomparsa dei fatti" la differenza sostanziale tra questi tre termini viene spiegata in modo chiaro e brillante.

"Il valore da salvare-dice Travaglio-è l'imparzialità, che non è sinonimo né di obiettività né di neutralità. L'obiettività è impossibile: ciascuno di noi nasce con i suoi interessi e le sue passioni e cresce educato a certi valori. La sua visione del mondo è un'impronta originale che condiziona il suo modo di vedere le cose e giudicarle di conseguenza (...). Nessuno può essere obiettivo e nemmeno neutrale. Solo i robot sono obiettivi, solo i morti sono neutrali (...). Inutile, dunque, inseguire l'obiettività e la neutralità (...).
L'impazialità non va confusa con queste due chimere. Un arbitro non è né neutrale né obiettivo: vede quello che può e magari è più o meno restio a fischiare certi tipi di falli, a concedere certi tipi di punizioni o di calci di rigore, a tollerare certe condotte in campo. Ma, se è in buona fede, è imparziale. Non si propone di far vincere questa o quella squadra. Tratta tutte le squadre e tutti i giocatori allo stesso modo. Il che non significa che dia un colpo al cerchio e uno alla botte. Se deve espellere uno, due, tre giocatori ai Verdi che se lo meritano con la loro condotta grave, non cercherà di espellerne altrettanti ai Rossi se non se lo meritano. Questa non sarebbe imparzialità ma cerchiobottismo.
L'arbitro neutrale non fischia mai per non scontentare nessuno, cioè è un pessimo arbitro. L'arbitro cerchiobottista cerca di fischiare una volta da una parte e una volta dall'altra e anche lui è un pessimo arbitro. L'arbitro imparziale fischia ogni volta che gli pare giusto farlo, alla luce di regolamenti, della sua coscienza, dei pesi e delle misure che è abituato ad applicare in ogni partita, su tutti i campi (...). A parità di comportamenti pari sanzioni. Ecco questo e solo questo è un buon arbitro."