sabato 29 settembre 2007

Birmania

Ciò che è accaduto (e ancora accade) in Birmania in queste ore non può rimanere sotto silenzio. Il regime dittatoriale del paese ha iniziato da giorni una dura repressione contro i monaci buddisti e contro i manifestanti che si sono uniti a loro. Il governo birmano ha cercato di ammutolire i mezzi di informazione internazionale tagliando l'accesso ad Internet ed iniziando una vera e propria caccia ai giornaliti stranieri (vi consiglio il post di Pino Scaccia sulla questione).


Qualcosa, però, sta cambiando. Ieri alcuni militari dell'esercito governativo si sono rifiutati di sparare contro i monaci e si sono inginocchiati dinanzi a loro. Altri si sono rifiutati di sparare contro la folla. Nel frattempo, però, non si hanno più notizie del premio Nobel per la Pace Aung San Suu Kyi (il principale leader di opposizione dell'attuale governo).


Io sento di dovermi associare al grido di protesta internazionale levatosi da più parti contro le repressioni attuate dal regime birmano. Un grido simbolico dal colore rosso.

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