domenica 2 novembre 2025

Morte di un cibernetico napoletano

Sono stato alla commemorazione in onore di Giuseppe Trautteur (condivido qui un suo ricordo di Guglielmo Tamburrini) tenutasi a Napoli presso l'Istituto Italiano per gli Studi Filosofici, a Palazzo Serra di Cassano.

Giuseppe Trautteur è stato - in Italia - un pioniere e un riferimento (per generazioni di studiosi) della cibernetica (poi scienze cognitive) e dell'intelligenza artificiale. Conosciuto grazie a Roberto Cordeschi e Marcello Frixione durante i loro anni salernitani, l'ho poi incontrato successivamente in diverse occasioni.

Tra i ricordi più belli e recenti che conservo con lui c'è un panel del 2017 (da cui è tratta la foto in basso) che organizzai a Bari come evento della conferenza AI*IA 2017, coordinata da Floriana Esposito e dal gruppo barese di AI. Quel panel (intitolato: Can AI and Cognitive Science still live together happily ever after) è stato il primo evento congiunto tra Associazione Italiana per l'Intelligenza Artificiale e Associazione Italiana di Scienze Cognitive e vide come partecipanti: Amedeo Cesta, Antonio Chella, Fabio Paglieri, Oliviero Stock e Giuseppe Trautteur.



Ho visto Giuseppe un'ultima volta lo scorso febbraio, quando venne a moderare (un po' a sorpresa), a Napoli, una sessione di questo evento in cui presentavo un mio lavoro https://sites.unimi.it/brio/brio-meeting-unina-unit/
. Di quest'ultima volta ricordo, come sempre, le sue osservazioni brillanti. 

La sua perdita è incolmabile: una persona con un sapere così ampio (e al contempo profondo) è impossibile da ritrovare, specialmente nella ipersettorializzazione (spesso miope) dell'accademia italiana di oggi. La scorsa settimana, nell'ambito della decima edizione del workshop internazionale su Artificial Intelligence and Cognition (AIC 2025) tenutosi nell'ambito della conferenza ECAI a Bologna (foto in basso), non ho potuto fare a meno di dedicare l'evento alla sua memoria (un piccolo attestato di riconoscenza, in attesa di eventi ben più importanti che andranno organizzati per ricordare il suo lascito intellettuale e scientifico).


Ieri è stato molto bello ascoltare i numerosi ricordi delle tante persone che hanno avuto la fortuna di collaborare - in vario modo - con lui. 

La sensazione di fondo che ho percepito è stata, però, da parte di tutti i presenti e di coloro che sono intervenuti, la difficoltà a trovare le parole giuste: quelle in grado descrivere in modo adeguato la grandezza dello scienziato e dell'uomo. Tutte e tutti erano consci del fatto che la verbalizzazione del ricordo - seppure lucida, chiara, sincera, affettuosa - non restituiva la pienezza dell'esperienza vissuta.


Mi è venuto in mente l'epilogo del celebre film di Martone "Morte di un matematico napoletano", dedicato alla vita di Renato Caccioppoli, in cui è evidente - durante il commiato finale dal grande matematico - la costernazione per l'inadeguatezza del linguaggio nell'afferrare pezzi di vita irripetibili. Con Giuseppe Trautteur, se ne va l'ultimo grande l'ultimo grande cibernetico della scuola napoletana fondata da Edoardo Caianiello.


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